COVID19 può invadere il sistema
nervoso centrale
ROBERTO COLONNA
NOTE E NOTIZIE - Anno XVII – 14
marzo 2020.
Testi
pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di
Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a
notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la
sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici
selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori
riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.
[Tipologia del testo: RECENSIONE]
Dopo il SARS-CoV
e il MERS-CoV, il nuovo coronavirus altamente
patogeno emerso nel dicembre dello scorso anno a Wuhan (Cina), ossia il
SARS-CoV-2 o 2019-nCoV o COVID-19 (secondo l’OMS), si sta rapidamente
diffondendo in tutto il mondo, rendendo urgente l’acquisizione di conoscenza
sui meccanismi della sua azione patogena.
Dopo l’isolamento, la necessità di
affrontare il problema della diffusione vertiginosa e dell’estrema gravità che
porta a morte una quota di pazienti, limitata in percentuale ma purtroppo
rilevante in valore assoluto, ha indotto la formulazione di ipotesi sulla base
dei dati microbiologici ed epidemiologici relativi agli altri coronavirus
patogeni per l’uomo, accostabili a COVID-19. Le prime proiezioni, tramesse dai
virologi anche all’OMS, sono state presto smentite dai rilevi effettuati giorno
per giorno nei reparti medici di infettivologia e terapia intensiva. Alcuni
aspetti della realtà clinica non trovano giustificazione nelle proprietà
biologiche presunte del nuovo virus, e dunque la necessità di moltiplicare gli
studi e accrescere il numero dei ricercatori impegnati per accelerare i passi
della conoscenza si fa sempre più pressante.
Presso la Società Nazionale di
Neuroscienze BM&L-Italia è stata subito avanzata l’ipotesi di una
capacità neuroinvasiva di SARS-CoV-2 da verificare
sperimentalmente; la risposta è venuta da uno studio condotto in questi giorni
dai Cinesi Yan-Chao Li e Wan-Zhu
Bai, rispettivamente dell’Università di Jilin e dell’Accademia Cinese delle
Scienze Mediche di Pechino, e dal Giapponese Tsutomu Hashikawa del RIKEN Brain Science di Saitama.
Li e colleghi, come noi del resto,
hanno considerato la possibile origine neurologica di sintomi quali cefalea,
nausea e vomito, con i quali giunge all’osservazione medica una parte non
trascurabile dei pazienti positivi al coronavirus e, per verificare se vi
fossero basi biologiche per una simile ipotesi, hanno condotto un’accurata
revisione di tutto quanto è stato sperimentato e pubblicato di recente in
questo campo.
(Li Yan-Chao,
et al. The Neuroinvasive
Potential of SARS-CoV2 May Be at Least Partially Responsible for the
Respiratory Failure of COVID-19 Patients. Journal of Medical Virology – Epub ahead of print https://doi.org/10.1038/s41593-020-0598-6, 2020).
La provenienza degli autori è la seguente: Norman
Bethune college of Medicine, Jilin University, Changchun, Jilin Province (Cina); China Academy of Chinese Medical Science, Beijing (Cina); Advanced Technology Development Group, RIKEN Brain
Science Institute, Saitama (Giappone).
SARS-CoV-2 presenta una condivisione di sequenza ad elevata omologia con il
virus dell’epidemia 2002/2003, ossia SARS-CoV, e
causa una polmonite acuta, altamente letale, indicata con l’acronimo COVID-19 (dove
“D” sta per disease) dall’Organizzazione
Mondiale della Sanità (OMS, WHO), con sintomi simili a quelli riportati per la
malattia da SARS-CoV e MERS-CoV.
Il più caratteristico sintomo della sindrome COVID-19 è il distress
respiratorio, e la maggior parte dei pazienti che necessitano di terapia
intensiva non sono in grado di respirare spontaneamente. Come si è già
accennato, alcuni ammalati presentano sintomi che indicano un interessamento
neurologico, quali cefalea, nausea e vomito. Crescenti evidenze mostrano che i
coronavirus non sono sempre confinati al tratto respiratorio, e che possono
invadere il sistema nervoso centrale (SNC), inducendo patologia neurologica. È stato
riportato che l’infezione di SARS-CoV interessa il
cervello sia dei pazienti che degli animali da esperimento, nei quali è stata documentata
una massiccia invasione del tronco encefalico da parte del virus.
Studi su altri coronavirus hanno rilevato e dimostrato la capacità di propagarsi
da meccanorecettori e chemorecettori del polmone e delle basse vie respiratorie,
lungo rotte di diffusione costituite da linee di connessioni sinaptiche, al
centro cardiorespiratorio del midollo spinale.
Alla luce dell’elevata somiglianza biologica e patologica fra SARS-CoV e SARS-CoV-2, si può dedurre un’elevata probabilità che
il secondo virus, come il primo, invada il SNC, raggiungendo i nuclei neuronici
responsabili del controllo automatico della funzione respiratoria. Tale
invasione con distruzione di cellule nervose, che inevitabilmente si traduce in
un’azione deprimente dei nuclei midollari che inviano l’impulso per l’automatismo
respiratorio, può contribuire alla grave insufficienza respiratoria dei pazienti
affetti da COVID-19. Yan Chao Li e colleghi
sostengono che la consapevolezza di questo potenziale meccanismo dovuto alla neuroinvasività del virus potrà avere un importante
significato nel guidare prevenzione e trattamento della gravissima sindrome
respiratoria.
L’autore della nota ringrazia
la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura delle recensioni di studi di argomento connesso che appaiono nella sezione
“NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).
Roberto Colonna
BM&L-14 marzo 2020
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